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5G la prossima frontiera della Rete

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Il 5G è la rete delle cose (Internet ok Things) e dei servizi dalla telemedicina all’agricoltura. Una rivoluzione tanto potente che alcuni addetti ai lavori non esitano a paragonarla all’introduzione della corrente elettrica ai primi del ‘900. Il nuovo mondo del 5G non è solo velocità di trasmissione ma affidabilità anche all’interno o nelle aree congestionate, dato che la nuova tecnologia può supportare un enorme aumento dei dispositivi connessi.

Tutto, insomma, potrà avere un sensore ed essere controllato con una app senza problemi di latenza perché, il 5G, è 400 volte più veloce di un battito di ciglia. E dunque renderà possibile effettuare anche interventi chirurgici a distanza. I numeri previsti per il 5G sono immensi tanto che Gartner prevede già 20,4 miliardi di cose connesse entro il 2020. Poche? No, perché la rete è tutta da realizzare anche in Italia dove sono però già partiti progetti piloti in cinque città tra cui Milano e Torino.

La copertura sarà graduale, non immediata.Le stime dicono che entro il 2023 ci sarà il 20% della popolazione mondiale connessa.

Parte integrante della casa 5G è l’intrattenimento a 360 gradi che permetterà di vivere una partita di calcio o di basket da spettatore privilegiato, posizionandosi come se si fosse sul campo.

Quanto all’agricoltura le fattorie del futuro utilizzeranno sensori 5G per l’irrigazione e la qualità del suolo, dando il giusto grado di fertilizzante.

Con il 5G (indispensabile per realizzare l’auto che si guida da sola) superare i limiti di velocità diventerà impossibile perchè l’auto riconoscerà i segnali stradali sul tratto che sta percorrendo. Quanto all’Italia i gestori, Tim, Vodafone, Wind e Fastweb stanno realizzando una rete 5G, dove partiranno alcune sperimentazioni che spaziano dalla telemedicina, al monitoraggio del traffico, al porto «intelligente» (Bari), al turismo con tour virtuali per la città di Matera.

E l’Italia? Italia, con Fastweb è diventata uno dei primi Paesi al mondo a sperimentare una tecnologia 5G, massive mimo (ossia un gran numero di antenne, in genere sedici) con le frequenze 3.5 GHz, finora utilizzate solo per il fixed wireless access (banda larga fissa). Il nostro Paese si conferma così leader in un esercizio di spinta in avanti tecnologica; ma anche non altrettanto capace di anticipare gli altri sull’attuazione pratica dell’innovazione. Quel tipo di frequenze sarà assegnato per il 5G in Italia nel 2018, mentre l’Irlanda l’ha fatto da pioniera a maggio scorso. E sulle frequenze 700 MHz la Germania e i Paesi nordici hanno già fatto le aste e si stanno organizzando per liberare per il 5G lo spazio spettrale (almeno 100 MHz) sufficiente a dare abbastanza qualità di rete agli utenti.

Siamo pronti per una nuova rivoluzione tecnologica?

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