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Fuga di Cervelli e Università

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Unica possibilità la fuga?

Il Sud Italia risente di un forte abbandono di figure specializzate verso il Nord Italia.

Duecentomila laureati persi negli ultimi 15 anni. Il Sud spogliato di cervelli e competenze in fuga, verso il Centro Nord. È il “depauperamento del capitale meridionale” come lo definisce l’ultimo rapporto Svimez 2017. Un’emorragia di saperi e risorse che continua, ogni anno di più e sottrae speranze ai giovani e a chi resta. La Svimez ha stimato quanto queste migrazioni hanno portato via al territorio, negli ultimi 15 anni. La perdita netta in termini finanziari del Sud ammonterebbe a circa 30 miliardi, quasi 2 punti di Pil nazionale. Risorse prodotte dai cervelli in fuga e trasferite alle regioni del Centro Nord, in piccola parte all’estero.
Secondo un veloce calcolo al Centro Nord c’è il doppio dei laureati meridionali rimasti al Sud. Impressionante.
Il motivo? Semplice: Il lavoro (pagato). Tanti, troppi pseudo imprenditori propongono contratti al limite della legalità ai nostri ragazzi che, in mancanza di altro, accettano. L’alternativa è solo la fuga? Emigrare? Pensiamo di no. Restare, magari dopo una breve esperienza formativa fuori territorio, per crescere e far crescere.

Parliamoci chiaro, nessuno vuole esaltare i fannulloni che  pretendono il “posto” sotto casa in un ente pubblico, ma una cosa è pretendere il posto fisso altro è lottare, combattere per realizzare i propri sogni sul territorio.

Questo andazzo inizia già nelle università infatti soprattutto dalla Puglia, dalla Sicilia e dalla Calabria, i giovani fuggono verso il Nord Italia, che pare essere terreno fertile per piantare e far germogliare il seme del proprio futuro. Un processo di popolamento degli atenei del Nord che ha avuto culmine nell’anno accademico 2015/2016, quando i giovani del Sud hanno scelto di andare a studiare al Nord, mentre precedentemente non
andavano oltre gli atenei del Centro Italia.

Un processo che si è propagato anche nell’anno accademico 2016/2017, quando sono anche aumentate le immatricolazioni in tutta Italia (un dato positivo), ma che di certo non hanno portato alla rivalutazione e al ripopolamento degli atenei del Sud. I neodiplomati fuggono dalle proprie città, per andare proprio nel Settentrione.

C’è da chiedersi se le università del Nord siano migliori di quelle del Sud. A nostro avviso, non è possibile generalizzare, al Sud esistono eccellenze anche se spesso non son pubblicizzate.
Non è neanche vero che il clientelismo sia più sviluppato nel meridione rispetto al settentrione, i “baroni” esistono ovunque e spesso leggiamo di scandali su tutto il territorio nazionale.

E allora perchè questa fuga? Potrebbe essere un fenomeno sociale legato all’immagine che tutti noi abbiamo delle istituzioni meridionali: se una cosa non funziona al Nord è un caso, mentre se non funziona al Sud è perchè qui non funziona niente. Insomma un fenomeno sociale legato alla visione che un popolo ha di se stesso.

Negli ultimissimi anni però leggiamo nei social una nuova consapevolezza dei nostri giovani. Molti tornano e spesso quelli che lo fanno trovano terreno fertile per far fruttare le proprie competenze.
Il decreto Resto al Sud rivolto ai giovani tra i 18 e 35 anni permette ai residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia di accedere a finanziamenti statali per avviare un’impresa.

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