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Il Pd riparte (anche) da Bassolino e punta al “dopo De Luca”

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All’assemblea del Pd metropolitano c’erano tutti. Ma proprio tutti. La Sala Conferenze dell’Hotel Ramada è stata l’arena da cui ripartire. Dopo le celebrazioni di rito che hanno consegnato il partito nelle mani del neo segretario Giuseppe Annunziata, referente del capogruppo dem in consiglio regionale Mario Casillo, e del presidente Francesco Dinacci (Articolo Uno), occorre sottolineare un dato che conduce il Pd verso ripercussioni politiche inevitabili: la presenza di Antonio Bassolino. I più curiosi in sala si aspettavano che il partito potesse offrire qualche ruolo dirigenziale all’ex sindaco partenopeo. Ma niente di niente.

Bassolino resta spettatore non pagante all’assemblea di un partito che lo rivuole fra le sue fila ma senza potere. Almeno per ora. Partiamo da un punto. Avere Bassolino nel partito significa avere una risorsa capace di garantire il salto di qualità. Inutile girarci intorno. La storia parla per lui. Al di là dei ruoli che tutti conoscono (ex sindaco di Napoli, ex governatore della Regione Campania, ex Ministro del Lavoro, ex consigliere regionale e tante altre cose) Bassolino è stato una personalità di rilievo della sinistra in Italia nonostante qualcuno nel Pd voleva che abbandonasse le velleità nazionali per restare in Campania nel glorioso ventennio a cavallo fra gli anni Novanta e gli anni Duemila. Ma torniamo ai giorni nostri. Bassolino senza ruolo nel Pd equivale a un campione in panchina.

Dunque incapace di incidere nelle scelte politiche e programmatiche. Oppure il Pd vuole che Bassolino faccia il militante semplice? Che partecipi alle assemblee e offrendo il proprio contributo senza strumenti di decisione? Lasciatecelo dire. A queste condizioni l’invito all’ex sindaco appare come un vero bluff legato a strappare qualche applauso in sala. E nient’altro. Ma andiamo avanti. Del resto se Bassolino non può ambire a ruoli di partito, le prossime scadenze elettorali rappresentano sbocchi naturali per valorizzare l’ex governatore campano. Su tutti le prossime elezioni regionali. Smarcata la questione sul terzo mandato di De Luca, il centrosinistra si ritroverà a replicare l’alleanza Pd-M5s insieme alle altre forze politiche del famoso Campo Largo. Sul quale Bassolino si è sempre schierato pubblicamente a favore. D’altro canto il rientro dell’ex capo della sinistra campana nel Pd è obbligatoriamente legato ad un percorso comune in termini politico ed elettorali altrimenti pur sforzandoci stentiamo a capire cosa ci facesse Bassolino all’assemblea del Pd.

In parole povere da una parte il partito di Elly Schlein non ha ancora trovato la figura che riunisca in Campania il Campo Largo alle prossime Regionali. Dall’altra parte c’è Bassolino. Fine della storia.

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