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Bitcoin e territorio

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Nelle ultime settimane si è sentito molto parlare e scrivere del bitcoin, proviamo anche noi di AreaNordNews a fare un po’ di chiarezza.

Il bitcoin è una valuta che si basa su transazioni che sfruttano la crittografia, messaggi “offuscati” che possono essere resi leggibili solo utilizzando una chiave. E’ complicato? Forse si, ma andiamo per ordine.

Per convenzione se il termine Bitcoin è utilizzato con l’iniziale maiuscola si riferisce alla tecnologia e alla rete, mentre se minuscola (bitcoin) si riferisce alla valuta in sé.

Così come per le altre monete, non esiste un ente centrale che ne stabilisca il valore: il valore dipende dalla fiducia che gli investitori ripongono in essa. Tale meccanismo è supportato da un software open source, Multibit, e da una struttura peer-to-peer. All’interno di tale rete, ogni computer assolve il ruolo di portafoglio digitale, e ogni utente deve essere in possesso di un indirizzo bitcoin.

Le altre caratteristiche che differenziano il bitcoin dalle monete “reali” sono il fatto che non ne esiste una versione fisica ne sotto forma di moneta ne sotto forma di banconota, inoltre il numero massimo di bitcoin esistenti è stato già stabilito quando è nata la moneta e quindi non sono possibili fenomeni di inflazione.

Infine i bitcoin possono essere creati da ognuno di noi attraverso un software e computer sembre più potenti. E’ perfettamente legale anche se sembra che il costo dell’elettricità per far funzionare il tutto sia ancora superiore al valore in bitcoin prodotto. Insomma il sogno del grande Principe della Risata Totò nel film “La banda degli Onesti” di stampare le banconote di diecimilalire è ancora lontano.

Al momento manca una vera e propria regolamentazione del settore che si appresta a divenire sempre più necessaria. Sono diverse le aziende che in Italia investono per fornire bancomat dove ritirare o versare Bitcoin.

Se qualcuno pensa che le criptovalute sono ancora lontane dal nostro quotidiano si sbaglia di grosso. A riprova di questo c’è il fatto che alla Direzione Nazionale antimafia sono arrivate circa 400 segnalazioni sospette di acquisti di bitcoin da parte di soggetti sospetti.
Un software elaborato dalla DIA ha segnalato una serie di operazioni “geolocalizzate in un’area molto precisa ad alta densità mafiosa nella provincia di Napoli”, eseguite da persone già note alla giustizia e senza un reddito certificabile per un ammontare di quasi 8 milioni di euro. Siamo di fronte ad una nuova frontiera del riciclaggio?

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