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Tribunale di Napoli nord al collasso, il governo intervenga

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Lo denunciai subito, quando partì anni fa, con varie interrogazioni. E torno alla carica adesso, che la situazione sta peggiorando fino al rischio di paralisi. Parlo delle condizioni del Tribunale di Napoli nord che, a detta di magistrati e avvocati, è sull’orlo del caos.

Intendo porre, nei prossimi giorni, la questione direttamente al Ministro Orlando. Se i tempi residui della legislatura, stretta tra legge di Bilancio, feste natalizie e probabile scioglimento anticipato del Parlamento, lo consentiranno ne farò un question time in Aula, a Montecitorio. Altrimenti troveremo un altro atto idoneo. Ma la questione va affrontata rapidamente e con decisione.

Il Tribunale di Napoli Nord è nato con il decreto legislativo 155 del 2012. Un mandamento ampio, diciannove comuni della provincia di Napoli e 19 della provincia di Caserta, oltre un milione di abitanti, con città molto grandi come Giugliano, una situazione diffusa di crimini sia organizzati sia comuni, con danni all’ambiente, con un alto contenzioso civile, con un tessuto produttivo ancora attivo e oltre 40mila aziende.

In questo scenario, il Tribunale, localizzato nella struttura del Castello Aragonese di Aversa, ha mostrato subito i suoi limiti strutturali e organizzativi. Il personale amministrativo e giudiziario è assolutamente insufficiente rispetto a quelle che sono le reali ed effettive esigenze. Manca all’appello quasi il 50 % della pianta organica definita dal fabbisogno effettivo. Tra penale e civile, a Napoli nord lavorano 81 magistrati. Lo stesso organico del tribunale di Firenze, che però ha il triplo dei dipendenti amministrativi.

In Procura ci sono 27 Pm e solo 55 dipendenti. Non c’è neppure una segretaria per ogni Pm: si sono create le segreterie centralizzate. Gruppi di 4 segretarie lavorano per 7-8 Pm. Nel contempo, il volume degli atti è enorme.

In tre anni, l’incremento dei processi è stato del 290 per cento. In Procura, solo nel 2017, sono stati iscritti 11720 procedimenti e ne sono stati definiti 8551. I pendenti sono 20267; 60mila solo i procedimenti in materia di lavoro nel settore civile. Per non parlare, poi, dei Giudici di Pace. Sulla cancelleria di Aversa si è abbattuto il ciclone del ritorno dei fascicoli che furono sequestrati ben 13 anni fa nel corso di una inchiesta e che sono stati restituiti; ben 70 faldoni che determinano problemi sia di spazio sia di carichi di arretrati, che rischiano di portare l’Ufficio al collasso.

Alle carenze di personale, si aggiungono problemi di ordine strutturale: locali inadeguati, spazi insufficienti. Su questo stanno dando battaglia gli avvocati della Camera penale, che peraltro non ha ancora una sede propria e si appoggia nelle stanze del Consiglio dell’ordine. La situazione è allo stremo. Le carenze di personale e di strutture ricadono ovviamente sulla qualità del servizio, con una mole alta di arretrati, incertezze sulle procedure, carichi enormi, rallentamenti, allungamento della durata dei procedimenti. Ne pagano le conseguenze sia gli operatori sia i cittadini. Per questo è necessario un intervento urgente del Governo, che io continuerò a chiedere fino all’ultimo giorno utile della legislatura.

 Michela Rostan

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