Home Politica Liberi e assenti

Liberi e assenti

1409
0
Il risultato elettorale alle ultime elezioni politiche per il Movimento “Liberi e Uguali”, è stato modesto, diciamocelo. Tutti, dai sondaggisti agli addetti ai lavori prevedevano ben altro risultato. Ero presente all’Auditorium Atlantico di Roma per assistere alla nascita del nuovo partito della sinistra come osservatore, anche se avevo deciso di votare da qualche tempo per Articolo Uno Mdp, per simpatia verso Pierluigi Bersani e Roberto Speranza. Il parterre era pieno zeppo di parlamentari, vecchie glorie, dai socialisti ai Democratici di sinistra, passando per Sel, nuove figure politiche dei gruppi di: “Articolo Uno Mdp”; “Sinistra Italiana”; “Possibile”. Tantissimi anche i delegati, gli invitati, i giornalisti, i cronisti, gli intellettuali e i simpatizzanti. La sala era grande ma un numero consistente di simpatizzanti affollava l’esterno dell’Auditorium, tanto che fu necessario aprire le porte a tutti, molti comunque restarono all’esterno. Il bravissimo Lelio Morra per l’occasione compose un pezzo bellissimo “Dedicato” che fu lanciato alla fine dell’intervento di Pietro Grasso; un inno, quasi a volere emulare il successo per L’Ulivo del brano di Ivano Fossati “Canzone popolare”. Tutti in sala comprendevamo che qualcosa di serio, d’importante stava per nascere e l’entusiasmo era negli sguardi di tutti, dal leader politico al simpatizzante che era lì per confermare un’identità, un’appartenenza, una speranza, quella di una rinata sinistra dopo le umiliazioni subite all’interno del Partito Democratico.
La scelta delle candidature diede i primi segni d’incertezze e quando si arrivò alla fine di febbraio, tanti i malumori e tanti altri quelli che rifiutarono. La legge elettorale, definirla poi legge, davvero è un’offesa al termine, ci mette del suo e alla fine, quando si aprono le urne, il 3,5% degli italiani, mediamente, decide di votare Liberi e Uguali. Com’è stato possibile mi sono chiesto più volte perdere la metà dei voti in un mese? E’ pur vero che questa campagna elettorale del 4 marzo è stata qualcosa d’unico sotto l’aspetto del risultato. Com’è stato possibile che un gruppo politico che proponeva il Presidente del Senato Pietro Grasso, quello della Camera Laura Boldrini, tre tra le migliori promesse della sinistra italiana, Speranza, Fratoianni e Civati, abbia ottenuto un risultato così modesto?. La quasi totalità della sinistra del PD, quasi tutto il gruppo di Sel, anche se Nichi Vendola aveva respinto, pur essendo presente alla nascita all’Auditorium Atlantico?
Le cause sono molteplici e di non poco conto. In primis, la nascita a sinistra di Potere al Popolo che pur raggiungendo quasi il 2% comunque ha eroso consensi.  Altri voti si sono persi per la presenza sulla scheda elettorale nei vari collegi, quasi tutti ispirati al vecchio e glorioso partito di Berlinguer ma solo come franchising, di contenuti, non pervenuti. Sicuramente la stampa, la televisione e soprattutto il facebook non hanno dato una mano al Movimento guidato da Pietro Grasso, soprattutto i candidati e i militanti che esibivano i pick badge erano così fuori dalla realtà da pronosticare addirittura un risultato a due cifre. In molti sollecitavamo l’impegno a ricercare i consensi tra la gente e non sul social network. Ai più dicevo che se si mastica di politica, si comprende che i risultati a due cifre sono legati alle buone idee, alla bella presenza ma anche e soprattutto all’impegno politico, cosa che era abbondantemente mancata in Italia negli ultimi anni da parte della “Sinistra”, se non addirittura aver tradito il proprio elettorato, parlo sempre della sinistra. Invece abbiamo assistito al solito narcisismo da primo della classe: “sono il/la più bello/a, il/la più intelligente, quello/a che sa tutto e non ammette dissenso e se accade che gli elettori non ci votano la colpa è loro non nostra”. Una pletora di radical chic ha invaso il web suonandosela e cantandosela, pensando che lo sventolio di una bandiera rossa o l’accennare a qualche vecchio brano come “Bel ciao”, potesse suggestionare ancora una volta i delusi, anzi gli arrabbiati e inviperiti elettori di sinistra.
Jobs Act, Buona Scuola, Pensioni, Privilegi della politica, sono i pilastri sui quali la sinistra italiana ha costruito il proprio suicidio, a parte leggi per depenalizzare reati minori e soprattutto una politica ceca su accoglienza, ospitalità e integrazione di immigrati, profughi e ospiti di altre nazioni. Basterebbe citare il solo caso dell’eccidio di Pamela, la reazione di uno psicopatico a scatenare una guerra mediatica che ha lasciato sul campo alcuni milioni di voti. Troppe parole spese contro il fascista che ha sparato, troppe poche quelle a difesa di una ragazza drogata, stuprata, uccisa, tagliata a pezzi in due valige e buttata via, come se fosse spazzatura. Tutti, al di la della condanna per la reazione fascista, ci siamo indignati per il silenzio sull’omicidio da parte di magistrati e una parte della politica. Addirittura sembra prevalere l’idea da parte dei magistrati che la ragazza fosse consenziente sessualmente e questo giustificherebbe tutto, anche averla fatta a pezzi. Giustizia italiana, altro campo su cui la sinistra troppe volte ha giocato la carta a sostegno mentre in alcuni casi un po’ di autorevolezza non sarebbe stata una cattiva idea. Insomma la sconfitta è stata evidente e solo per il rotto della cuffia c’è stato il risultato modesto di quattordici deputati e quattro senatori. Il travaso di voti dal PD non c’è stato e soprattutto il voto di opinione è stato del tutto assente per il Movimento di Liberi e Uguali e solo grazie all’impegno dei tanti candidati che, fortunatamente, hanno riempito tutti i collegi di Camera e Senato, si è evitata un’autentica disfatta. La mancata elezione comunque di D’Alema. Civati e Anna Falcone, davvero pesano in modo grave sulle coscienze di chi ha pensato di poter speculare ancora di un rosso sbiadito e non rimboccarsi le maniche e lavorare a un progetto politico più vicino alla gente o al popolo di sinistra.
Oggi a distanza di due mesi, mentre Lega e Movimento cinque stelle sono sedute al tavolo della composizione governativa, rappresentando in due sedici milioni di elettori, Pietro Grasso e i pochi parlamentari parlano di costruire o ricostruire sulle macerie di una sconfitta senza precedenti. Personalmente mi sarei aspettato un atteggiamento più coerente da parte della sinistra italiana PD e Leu, purtroppo l’ingerenza di Matteo Renzi, le sue farneticazioni, la sua antipatia, la spocchia e i pop corn, ha oggi determinato un diniego al governo della sinistra con il M5s che avrebbe potuto rilanciare un’azione politica futura. Sono prevalse le solite offese agli elettori che hanno ancora una volta sbagliato, all’incapacità di Di Maio & Co, soprattutto al voler quasi imporre una scelta al Presidente della repubblica per un nuovo governo di “responsabilità”, il patto del Nazareno bis per intenderci. La posizione oggi scomoda dell’opposizione con molti punti a difesa delle classi deboli da parte del governo che verrà, desertificherà l’azione politica della sinistra italiana relegandola a un ruolo, come in molti paesi europei, di terza o quarta forza. Ci vorrà ben altro che riempire qualche saletta per recuperare, le divisioni, le scelte sbagliate e la delusione sono errori che si pagano amaramente in politica e la sinistra merita oggi tutto questo. Lo ripeto rimboccatevi le maniche, indossate gli abiti semplici dell’impegno tra i problemi comuni e soprattutto alzate il sedere dal salotto comodo ma oggi precario di una sinistra radical chic che ha distrutto il ceto medio in Italia in buona o cattiva fede.
Articolo precedenteAfragola al voto
Articolo successivoIl Quarto Stato, ritornerà?
Gianni Bianco
Gianni Bianco, inizia l'impegno politico e ricoprendo diversi incarichi organizzativi ed istituzionali. Socialista di ispirazione riformista, svolge tra alterne vicende i suoi ruoli, puntando in particolare, all'organizzazione del partito intervallato da alcuni sogni. Partecipa infatti alla fondazione del PD napoletano al fianco di Umberto Ranieri nel 2007 ma, qualche anno dopo ritorna al PSI, alla segreteria politica di Casoria. Negli ultimi anni corona un sogno, diventare giornalista. Scrive per le alcuni periodici locali, carta dei e web. Oggi sceglie di guardare ancora una volta il mondo dalla lente di ingrandimento dell'informazione e della cronaca politica. AreaNordnews sarà una nuova sfida, la più seria: far rivivere l'idea di una politica, di un'informazione; di un mondo che guarda a sinistra, dalla prospettiva dell'Area a Nord di Napoli.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui