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Una nuova proposta

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Domenica 3 dicembre 2017 Art. 1 Mdp, SI e Possibile si incontreranno a Roma, con i propri delegati, per lavorare alla nascita ma io oserei direi rinascita, di un gruppo politico che dovrà necessariamente rilanciare un politica fondata sui principi costituzionali e soprattutto il recupero di un’identità di sinistra. Raccontare la storia della sinistra italiana dal 1892 e la nascita del Partito dei lavoratori a Genova ma soprattutto tutte le scissioni e le divisioni diventa un esercizio accademico infinito, non basterebbero cento pagine. Allora arriviamo ai giorni nostri, almeno quelli che riguardano gli anni dalla caduta del muro di Berlino ad oggi. Dalla caduta dell’impero sovietico e la conseguente sconfitta del comunismo, anche in Italia il Pci volle cambiare pelle e a Rimini nel 1991, Achille Occhetto, tra le lacrime, fonda il Partito Democratico della Sinistra. La scelta non sarebbe stata indolore e un gruppo di ex dirigenti del Pci non aderirono al neonato Pds e fondarono il partito della Rifondazione comunista. Il Pds aderì al gruppo dei Socialisti europei dove già erano presenti il Psi e il Psdi, era facile immaginare un percorso comune di lì a poco. La nascita del Pds coincise con l’apertura di un fascicolo da parte dell’allora magistrato Antonio Di Pietro che avrebbe portato dopo un anno alla stagione denominata “Mani pulite”, l’abbattimento di un sistema di potere che aveva guidato i processi politici dal dopoguerra agli anni 90’.Partiti tradizionali e storici furono travolti insieme ai loro leader: DC, PSI, PSDI, PRI e Pli, furono annientati e da quel momento l’unico gruppo politico a rappresentare la sinistra fu quello dei democratici di sinistra. Il 94’ fu l’anno della frase nefasta di Achille Occhetto “…siamo una gioiosa macchina da guerra…”, che la gente tradusse come idea persecutoria verso la società come era stata contro il pentapartito. Gli italiani preferirono Silvio Berlusconi, che vinse, dopo appena sei mesi di propaganda le elezioni divenendo Presidente del consiglio dei ministri, guidando un governo di centrodestra. La sinistra pur uscendo con le ossa rotte, recuperò terreno, quando si crearono le condizioni di un ribaltone ai danni del governo in carica, ma per fare ciò, da quel momento il Pds dovette abbandonare, non solo la guida politica che passò nelle mani di Lamberto Dini, eletto in Forza Italia, ma iniziare un percorso di riforme che avrebbe completamente messo da parte la natura di sinistra della coalizione capitanata dal Pds in nome di un riformismo che negli anni, in particolare sul tema
delle pensioni e del lavoro, ha completamente annullato il rapporto di fiducia con il maggiore partito della sinistra. Il Pds dura dal 1991 al 1998 e alterna due segretari politici, il fondatore Achille Occhetto e il primo Presidente del Consiglio ex comunista Massimo D’alema. Il cambio di rotta comunque portò Massimo D’alema ad avviare una fase costituente e cambiare ancora acronimo da Pds a Ds nel 1998. Segretario viene eletto Walter Veltroni dal 1998 al 2001. Dal 2001 allo scioglimento del 2007 è Piero Fassino a guidare i democratici di sinistra. In tutti questi anni continuano ad alternarsi alla guida dell’Italia il centrodestra e il centrosinistra, protagonisti Prodi e Berlusconi. L’anno 2007 è quello della svolta, dall’esperienza dell’Ulivo, nasce nell’autunno attraverso uno strumento nuovo di partecipazione popolare, le primarie, elegge il primo segretario del Partito Democratico Walter Veltroni. A Veltroni segue Franceschini, poi Bersani, Epifani e in fine Renzi.
Matteo Renzi propone ina campagna elettorale in due elezioni primarie l’idea della “rottamazione”, in pratica una pulizia generazionale per dare spazio ai giovani. L’8 dicembre 2013 Renzi vince le primarie e dall’assemblea del Pd viene eletto Segretario. Nel 2014 sostituisce Enrico Letta alla guida del Governo delle larghe intese, in pratica un Monti bis, che a sua volta aveva preso il posto di Pier Luigi Bersani che, pur vincendo alle elezioni alla Camera dei deputati non aveva raggiunto la maggioranza al Senato. La sostituzione di Enrico Letta con Matteo Renzi, dopo che lo stesso Renzi aveva dichiarato di non voler mandare a casa il professore della Normale di Pisa, lo fa e non solo, contravviene allo statuto del democratici che dichiara incompatibile l’incarico di Segretario del PD con quello di Presidente del Consiglio. Una partenza lanciata lo proietta ad alcuni risultati positiva ma anche una forma di ritrosia, in particolare contro la vecchia guardia di sinistra del Pd, lo porta ad assumere un atteggiamonto di arroganza che culmina in due momenti topici: la sconfitta al Referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 e maggiormente la frase fatidica “se perdo il Referendum vado via”, il Referendum lo perde con venti punti di distacco e non va via. Intanto i rapporti con il gruppo di sinistra del Pd che escono vittoriosi al referendum in contrasto con la linea del partito unito intorno a Renzi, si organizza per uscire dal Pd e fondare un nuovo gruppo politico. Il Referendum da solo comunque non è stato l’unico terreno di scotro tra Pd e la sinistra Pd, i temi del Lavoro, il Jobs Act in particolare e alcuni punti della riforma pensionistica diventano distanze incolmabili, il 25 febbraio 2017 nasce Articolo 1 – Movimento democratico e progressista. Un gruppo nutrito di parlamentari ex Pd edi Sel creano le condizioni per recuperare il rapporto a sinistra e ricomporre le fratture con i precedenti
parlamentari usciti dal Pd. Manifesto del nuovo partito: “Lavoro – Sanità – Scuola”, imperniati sul rispetto dei valori costituzionali e l’ispirazione che gli stessi devono ispirare una classe politica erede dei padri costituzionali.

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Gianni Bianco, inizia l'impegno politico e ricoprendo diversi incarichi organizzativi ed istituzionali. Socialista di ispirazione riformista, svolge tra alterne vicende i suoi ruoli, puntando in particolare, all'organizzazione del partito intervallato da alcuni sogni. Partecipa infatti alla fondazione del PD napoletano al fianco di Umberto Ranieri nel 2007 ma, qualche anno dopo ritorna al PSI, alla segreteria politica di Casoria. Negli ultimi anni corona un sogno, diventare giornalista. Scrive per le alcuni periodici locali, carta dei e web. Oggi sceglie di guardare ancora una volta il mondo dalla lente di ingrandimento dell'informazione e della cronaca politica. AreaNordnews sarà una nuova sfida, la più seria: far rivivere l'idea di una politica, di un'informazione; di un mondo che guarda a sinistra, dalla prospettiva dell'Area a Nord di Napoli.

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