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A Napoli si dice “Tengo famiglia”

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Elezioni politiche del 4 marzo 2018, legge elettorale Rosatellum, le prime e ultime speriamo, si vota per eleggere i nostri rappresentanti alla Camera dei Deputati e al Senato. Siamo partiti bene con aumenti di stipendi, assegni familiari, eliminazione del canone TV, pensioni alle casalinghe, mille euro a quelle minime, eliminazione della Legge Fornero, reddito di cittadinanza e quant’altro. I probabili candidati a guidare il governo nazionale, parlo di Renzi (PD); Di Maio (M5s); Salvini (LEGA) e Berlusconi o suo delegato (FI), si sono scornati sin dalle prime battute ed hanno trasformato le arene politiche in mercati ortofrutticoli dove la faceva da padrone chi urlava di più o chi proponeva ricette più convenienti o al prezzo migliore ma irrealizzabili. La campagna elettorale più lunga e scontata dall’Assemblea costituente a oggi, in pratica da settant’anni, una farsa, grazie alla legge elettorale che definire “legge” è un’offesa all’intelligenza dei cittadini o di chi scrive. I tre contendenti se le sono date di santa ragione e tutti gli addetti ai lavori tra economisti e giornalisti economici si sono giocati i numeri al lotto che man mano i potenziali capi del governo italiano proponevano. Stamattina, notizia fresca di giornata, come le uova di gallina, se si sommassero le varie proposte arriveremo alla somma di mille miliardi di euro. Unica voce fuori dal coro nel partorire proposte “Indecenti”, il leader Piero Grasso di Liberi e Uguali. Le sue idee, legate al programma sono state in ordine: “Abolizione delle tasse universitarie”; “Abolizione dello Jobs Act”; “Abolizione dei super ticket”; “Sblocco del Turn over delle assunzioni nel pubblico impiego, Sanità ed Enti soprattutto”. Contenimento della spesa e il rilancio economico attraverso assunzioni e redistribuzione del reddito, tassazione ai redditi più alti. Tutto raccolto in uno slogan che ha guidato Jeremy Corbin alla riscossa Laburista “Per i molti non per i pochi”. La prima parte della campagna elettorale esaurisce la sua spinta propulsiva verso miraggi economici da realizzare ma arriva, come un tornado, l’omicidio di Pamela a Macerata e il successivo atto eversivo di Luca Traini che, immaginando di vendicare l’efferato omicidio di Pamela inizia a sparare su tutti i nordafricani. L’atto interviene quindi a gamba tesa nel dibattito politico e la candidatura alle passate elezioni comunali di Macerata di Luca Traini nella Lega di Salvini, apre un dibattito pro e contro immigrati, della povera Pamela nessuno parla più. Si calmano un po’ le acque agitate dei fatti di Macerata e in tutta Italia, avvengono scontri tra forze dell’ordine e antagonisti, fino ad arrivare a Piacenza dove un carabiniere cade ed è mandato all’ospedale da un gruppo di aggressori, i soliti “sfascisti” che danneggiano la sinistra più degli stessi fascisti. Arriva in successione, come un fulmine a ciel sereno, lo scandalo dei mancati bonifici di alcuni parlamentari, europarlamentari e consiglieri regionali penta stellati al fondo del micro credito per le imprese, apriti cielo, Renzi si tuffa nella zuffa con un pensiero “turatevi il naso, siamo tutti della stessa pasta”, chiaramente dopo aver chiesto agli elettori di sinistra il “voto utile” a favore del PD non votando LeU. Ogni giorno in TV, in internet, sui social o sui giornali arrivano notizie che “distraggono” gli elettori dai problemi reali del paese e riportando il dibattito politico nel pollaio, altro che arena politica. A due settimane dal voto chi manca all’appello per mettere la ciliegina sulla torta? Il governatore campano De Luca e puntualmente, come se fosse stata organizzata a orologeria, arriva l’inchiesta di Fanpage e il coinvolgimento del figlio Roberto in un’inchiesta che parte da un video dove si parla di eventuali percentuali da distribuire. Apriti cielo, Di Maio che con De Luca ha un conto aperto e apre un fronte di accuse sul piano etico e morale, gli altri si tengono distanti da pronunciare frasi offensive, trincerandosi dietro il “garantismo” che in Italia vale solo per i ricchi e i potenti, di qualsiasi natura, non per i cittadini comuni. Ieri Enzo De Luca, dopo la sceneggiata delle dimissioni dal palco del figlio dall’ incarico di assessore al bilancio del comune di Salerno, manda in onda un video che somiglia a un intervento contro terroristi islamici “siamo sotto attacco camorristico….”. Il governatore De Luca, oltre a sparare a zero su Di Maio e Fanpage, risponde anche a Pietro Grasso sulla frase che il leader di Libero e Uguali ha espresso alla domanda cosa ne pensava del coinvolgimento del figlio di De Luca in questa vicenda. L’ex Procuratore nazionale antimafia nonché Presidente del Senato risponde: “A Napoli si dice tengo famiglia”. De Luca ha parlato di sciacallaggio da parte di Piero Grasso e credo si sbagli. Una regola dovrebbe essere immaginata in Italia tra le tante chiacchiere che si fanno, che i figli, le mogli, i generi, i parenti tutti non dovrebbero essere coinvolti in politica mentre si ha un ruolo di rilievo nelle Istituzioni. Quale è il motivo perché non uno ma ben due figli di De Luca si siano già seduti sulle poltrone comode e prestigiose della politica, il primo, quello coinvolto nell’inchiesta è Assessore a Salerno, il secondo è candidato, ma sicuro eletto al Parlamento?  Grasso ha concentrato in una frase quella che è una verità, che la maggioranza dei cittadini pensa e spesso, troppo spesso accade qui in Italia, nel Belpaese che ai padri si debbano necessariamente sostituire i figli, le mogli, i generi etc…, che lo facciano pure ma non durante il mandato del capo politico. Piero Grasso ha ragione da vendere, siamo stanchi di questi atteggiamenti che si traducono in uno consolidato “satrapismo”. Siamo davvero “garantisti” da sempre ed è giusto attendere chiusure delle indagini per esprimere opinioni e non trasformare le pagine o i video in Tribunali sommari. Ritengo davvero assurdo aver organizzato un set cinematografico per prendere con le mani nel sacco e incastrare un politico. Si stanno davvero avvelenando i pozzi della politica e questo, è più destabilizzante per la democrazia di qualsiasi altra cosa. L’equilibrio e il reciproco rispetto deve essere garanzia di confronto e soluzioni condivise per una Nazione, come per qualsiasi entità amministrativa. Avrei consigliato, personalmente, al leader di Liberi e Uguali Piero Grasso una frase: “Come si dice spesso, puro satrapismo”, che si traduce in “A Napoli si dice tengo famiglia”. Sarebbe stato meglio solo per una questione di forma non di sostanza, la sostanza che spesso in politica, in Italia manca, soprattutto in Campania dove davvero non c’è.

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