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Cardito – Facciamoci il Bilancio

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Martedì 24 aprile alle ore 11,00 è convocato il Consiglio comunale della città di Cardito. Seduta consiliare dedicata al Bilancio di previsione, più alcuni punti non discussi nella precedente riunione dell’assise civica cittadina. Alle ore 12,00 iniziano i lavori alla presenza di quattordici consiglieri su sedici, solo per dovere di cronaca tredici di maggioranza ed un solo rappresentante dell’opposizione. Il documento contabile che rappresenta il cuore di un’amministrazione comunale, il momento più importante per un confronto serio e determinato di una classe politica, maggioranza o opposizione che deve necessariamente essere discusso ed emendato, in commissione prima, in consiglio comunale poi.
Parliamo chiaramente del Bilancio di previsione, primo tempo di una partita che troverà la sua conclusione nell’approvazione del Consuntivo. Assente l’assessore Francesco Castaldo dimissionario, è compito del Sindaco Giuseppe Cirillo esporre la filosofia del documento contabile dell’ente ma lo stesso avocando a se la responsabilità del Bilancio propone di rinviare alla seduta per l’approvazione del Consuntivo l’eventualità discussione su un documento politico del gruppo di consiglieri dimissionari del gruppo politico “Adesso cambiamo verso”. Eppure il gruppo “Cambiamo verso”, pur sollevando motivi di perplessità con dimissioni non da poco, tre consiglieri comunali e l’assessore d’area, mostra lealtà esprimendo voto favorevole con un intervento, quello del neo consigliere Setola, dove, ispirandosi all’intervento del Sindaco ne riconosce le responsabilità di un Bilancio certo non condiviso ma presentato dall’amministrazione e il dirigente del settore.
Altri interventi sono proposti ma innescano solo incomprensioni e sollevano inquietanti interrogativi su quanto l’assise di Palazzo Mastrilli sia solo animata da un’idea abbastanza singolare che, riduce il dibattito a scelte che il presidente del consiglio comunale, Nunzio Raucci avrebbe dovuto fare dopo le dimissioni dei tre consiglieri del gruppo di appartenenza, non riconoscendo in questa carica istituzionale la valenza del secondo incarico per importanza dopo il Sindaco, votato dal Consiglio comunale e condotto egregiamente da Raucci. Il Sindaco Giuseppe Cirillo ha informato il consiglio comunale che sarà, in fase consuntiva, aperto alla cittadinanza, alle forze politiche, al mondo delle associazioni, l’eventualità di emendare il Bilancio in via di approvazione. Il Bilancio è approvato all’unanimità, il solo consigliere Santucci critico verso il documento contabile proposto si allontana al momento del voto. Alle 14,00 la seduta termina, nemmeno due ore per leggere, discutere, emendare, criticare, votare o no il cuore di un’azione politico-amministrativo.
Solo per dovere di cronaca a Napoli ci son volute ben venti ore per fare lo stesso, qualcuno obietterà che la dimensione della città guidata da Luigi De Magistris sia di ben altre dimensioni rispetto a Cardito. Sarebbe allora interessante creare le condizioni di una discussione che sia direttamente proporzionale al numero di abitanti, normarla, ma così non è. Per esperienza personale posso dire che sedute di comuni limitrofi superarono nel passato anche le venti ore per approvare un Bilancio. Sedute che si svolgevano alla presenza di un assessore che rappresentava un’amministrazione; il dirigente di settore a spiegare i vari capitoli di spesa; il presidente dei revisori dei conti a rispondere ai quesiti; il Segretario generale, notaio di un ente e di una giunta a esporre chiarimenti; soprattutto il Presidente della Commissione bilancio a intervenire per spiegare il lavoro delle forze politiche delle proposte emendate e approvate provenienti da maggioranza e opposizione. Personalmente non so se in altri consessi civici le cose vadano allo stesso modo, spero di no, perché sarebbe davvero grave se, il ruolo d’indirizzo e controllo demandato ai consiglieri comunali fosse confuso con un ruolo di ratifica e subalternità alla vita amministrativa. Se questa è la politica che in una città di trentamila abitanti si esprime, non dissimile dai livelli superiori istituzionali, è facile giustificare lo tsunami politico passato il quattro aprile e che inconsapevolmente una classe politica non guarda con la dovuta attenzione. Chissà se chi siede oggi nel Consiglio comunale, si rende conto che le lancette corrono veloci verso altri appuntamenti elettorali e quella rivoluzione politica chiamata Movimento cinque stelle non possa anche nelle realtà locali scuotere le coscienze dei cittadini e determinare risultati che in tante altre città, Roma e Torino su tutte, hanno regalato la gestione politica al partito di Grillo o Di Maio è uguale.
Essere Sindaco di una comunità non è facile lo so, bisogna tutti i giorni confrontarsi con i problemi collettivi e quelli individuali ma una cosa è certa e sarebbe piacevole discuterne con il Sindaco Giuseppe Cirillo. Una domanda mi piacerebbe porre però al primo cittadino di Cardito, senza enfasi, ma con il dovuto rispetto: “Si può ridurre il momento di confronto più importante tra le forze politiche di una città, le dimensioni e il numero di abitanti non contano, a una noiosa riunione dal sapore condominiale, dove chi avrebbe il dovere di porre domande e chiedere risposte su quello che non si è fatto in passato, su quello che si sta forse facendo nel presente e soprattutto ciò che si dovrà necessariamente fare in futuro, non di un parco ma di un’intera comunità?” Le elezioni servono a rappresentare una filosofia di gestione del potere e spesso, la contabilità politica prevale con i suoi numeri, eppure basterebbe informare i Consiglieri comunali, gli amministratori di tante parti d’Italia, non solo Cardito che nel 1948 la Democrazia Cristiana vinse le elezioni con il 48% dei voti, l’allora leader Alcide De Gasperi pretese l’allargamento alle forze moderate e davvero non ne avrebbe avuto bisogno, per un concetto quello della “Governabilità”, che si è sempre scontrata con la logica dei numeri che ha demolito la Prima repubblica, i partiti che la rappresentavano.
Oggi in tanti, per calcolo o convenienza, evitano l’applicazione salutare di questo concetto straordinario, limitandosi a estrapolare dalla Costituzione una frase “Bene Comune”, che rappresenta una pietra miliare della nostra Carta costituente ma che c’è chi oggi traduce in “Bene, in comune comando io”. Purtroppo la semantica italiana fa brutti scherzi e mettendo da parte gli scherzi, la Politica è una cosa seria, di conseguenza sarebbe il caso Egregio Sindaco di rimettere in campo la politica. La Politica, quella che dalla Legge 42/90 al Tuel nelle sue varie estensioni chiede il coinvolgimento di una comunità, dei suoi rappresentanti, prima dell’approvazione del Bilancio di previsione non dopo. Apprezzando comunque la volontà di recuperare un rapporto con la “Politica”, dialogando e coinvolgendo le forze politiche che a due anni dalle prossime elezioni comunali, dovranno in questo periodo “rigenerare” le proprie forze. I documenti sono importanti, i proclami anche ma è nelle cose concrete che si esprime davvero la volontà di migliorare le cose, soprattutto dare un’autentica classe dirigente alla città che sia entusiasta di collaborare ai processi di cambiamento e non solo alzare una mano in un noioso Consiglio comunale, facendo leva anche in quell’istante di una logica dei numeri più che delle idee e delle proposte da mettere in campo. Aspettiamo gli eventi c’è tempo, poco, ma c’è, siamo fiduciosi.
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Gianni Bianco
Gianni Bianco, inizia l'impegno politico e ricoprendo diversi incarichi organizzativi ed istituzionali. Socialista di ispirazione riformista, svolge tra alterne vicende i suoi ruoli, puntando in particolare, all'organizzazione del partito intervallato da alcuni sogni. Partecipa infatti alla fondazione del PD napoletano al fianco di Umberto Ranieri nel 2007 ma, qualche anno dopo ritorna al PSI, alla segreteria politica di Casoria. Negli ultimi anni corona un sogno, diventare giornalista. Scrive per le alcuni periodici locali, carta dei e web. Oggi sceglie di guardare ancora una volta il mondo dalla lente di ingrandimento dell'informazione e della cronaca politica. AreaNordnews sarà una nuova sfida, la più seria: far rivivere l'idea di una politica, di un'informazione; di un mondo che guarda a sinistra, dalla prospettiva dell'Area a Nord di Napoli.

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